mercoledì 20 febbraio 2013
lunedì 18 febbraio 2013
Ordine di Malta ai vertici dello IOR.
LA SELEZIONE DELLA societa' DI CONSULENZA Spencer&Stuart
Ior, il nuovo presidente è Von Freyberg.
Ordine di Malta ai vertici dello IOR - La nomina approvata personalmente dal Papa.
Ernest Von Freyberg.
È ormai ufficiale, il nuovo presidente dello Ior è il tedesco Ernest Von Freyberg. Dopo che era circolata la notizia che alla carica ricoperta in precedenza di Ettore Gotti Tedeschi sarebbe andato il banchiere belga Bernard De Corte - è arrivata la conferma. «Il Papa ha espresso il suo pieno consenso alla decisione della Commissione cardinalizia», ha affermato il portavoce della Santa Sede. In lizza, oltre a De Corte (uno dei favoriti) e Von Freyberg, c'erano anche l'avvocato torinese Antonio Maria Marocco, già membro del board. Ma ad avere la meglio è stato Ernest Von Freyberg di 55 anni e membro del Sovrano Militare Ordine dei Cavalieri di Malta, di cui è tesoriere per il ramo tedesco. A Bernard De Corte non va nessun incarico.
GLI ALTRI QUATTRO MEMBRI - La Santa Sede ha inoltre comunicato che «Gli altri quattro membri del Consiglio di Sovrintendenza mantengono il loro incarico. Tale decisione - prosegue la nota - è il risultato di profonda valutazione e di diverse interviste che la Commissione Cardinalizia ha compiuto, sempre con il supporto del Consiglio di Sovrintendenza». Ora è possibile un avvicendamento dei cardinali che fanno parte della commissione di vigilanza sullo Ior, ha spiegato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, spiegando che la decisione di nominare il nuovo presidente è stata presa dalla «vecchia» commissione. «Questo potrà essere oggetto di una comunicazione distinta nei prossimi giorni», ha aggiunto Padre Lombardi.
I CAVALIERI DI MALTA E COLOMBO - Von Freyberg è cofondatore e managing director della Dc Advisory Partners, dopo essere stato analista alla Three Cities Research (Bemberg Group) fra Londra e New York. Von Freyberg inoltre è attivo nelle organizzazioni dei pellegrinaggi dei malati a Lourdes. Allo Ior Von Freyberg va a sostituire il vicepresidente vicario Hermann Schmitz (banchiere tedesco di provenienza Deutsche Bank) e ritroverà Carl Anderson: il businessman americano esponente dei Cavalieri di Colombo, ordine non certo in buoni rapporti con quello i Cavalieri di Malta.
Redazione Online - Corriere della Sera Economia -
http://www.corriere.it/economia/13_febbraio_15/nuovo-presidente-ior-von-freyberg_2c25e3a8-773f-11e2-a4c3-479aedd6327d.shtml
CAMBIO AL VERTICE: Ior, è Ernst von Freyberg il nuovo presidente. Nomitato
l'avvocato d'affari tedesco. Appartiene all'Ordine dei cavalieri di Malta.
Presto altre nomine. Il banchiere tedesco Ernest von Freyberg è il nuovo
presidente dello Ior. L'indiscrezione che vedeva in pole il belga Bernard de
Corte ha perso vigore la mattina del 15 febbraio, quando alcuni media hanno dato
per certa la nomina dell'avvocato di 55 anni appartenente ai Cavalieri
dell'ordine di Malta. L'ufficilità è arrivata da padre Federico Lombardi,
direttore della sala stampa vaticana, che ha parlato di «scelta trasparente»,
presa «senza contrasti» da parte dei cardinali della commissione di vigilanza.
PRESTO ALTRE NOMINE. «Gli altri quattro membri del Consiglio di sovrintendenza
mantengono il loro incarico e l'attuale presidente ad interim, il tedesco Smith,
ritorna a esserene semplice membro», ha spiegato in una nota il Vaticano. «Tale
decisione è il risultato di profonda valutazione. Si è trattato di un percorso
di alcuni mesi, meticoloso e articolato, che ha permesso di valutare numerosi
profili di alto livello professionale e morale». La Santa sede ha fatto sapere
anche che il papa «ha seguito da vicino l'intero processo di selezione e di
scelta del nuovo presidente» e ha espresso il suo «pieno consenso alla
decisione» anche se non «c'era una conoscenza personale» tra Benedetto XVI e Von
Freyberg. IN TOTALE 40 CANDIDATI. Padre Lombardi ha spiegato: «È stata
utilizzata l'agenzia Spencer & Stuart che ha presentato 40 candidati, una
selezione ne ha ridotto il numero prima a sei e poi a una terna. Questi hanno
avuto colloqui con la commissione cardinalizia e la mattina del 14 febbraio è
stata presentata al board la scelta e poi nel pomeriggio è stata illustrata al
pontefice che ha dato il suo consenso». Ora è possibile un avvicendamento dei
cardinali che fanno parte della Vigilanza dello Ior. Il direttore della sala
stampa vaticana ha sottolineato infatti che la decisione di nominare il nuovo
presidente è stata presa dal «vecchia» commissione. «Questo potrà essere oggetto
di una comunicazione distinta nei prossimi giorni», ha aggiunto. Il nuovo
presidente, fervente cattolico Il barone Von Freyberg, è nato in Germania nel
1958. Sposato, ha studiato legge tra il 1978 e il 1985 a Bonn. È membro attivo
del Sovrano militare ordine ospedaliero di san Giovanni di Gerusalemme di Rodi e
di Malta ed è co-presidente dell'associazione per il pellegrinaggio a Lourdes
dell'Arcidiocesi di Berlino. È inoltre fondatore e membro del 'Freyberg Stifung'
dalla nascita, nel 2009. Si tratta di una Fondazione che supporta le
organizzazioni cattoliche in Francia, Germania e Austria e si occupa delle borse
di studio degli studenti meritevoli. L'ultima udienza concessa da Papa Benedetto
XVI prima della clamorosa rinuncia è stata proprio ai potenti cavalieri maltesi:
sabato 9 febbraio in San Pietro, nel nono centenario del privilegio accordato da
Papa Pasquale II all'ordine ospedaliero a Gerusalemme. PRESIEDE UN CANTIERE
NAVALE. Von Freyberg è anche presidente di un cantiere navale, il Blhom-Vhoss
Group di Amburgo. «Non so se fanno navi da guerra o navi in generale. È
presidente di un cantiere che costruisce navi in tutto il mondo, poi quello che
si mette sulle navi non dipende da chi le fa», ha detto padre Lombardi invitando
a «non affrettare valutazioni negative per l’esperienza lavorativa nella
cantieristica». «NO COMPLOTTI IN VATICANO». Infine padre Lombardi ha parlato
della situazione in Vaticano, escludendo che ci siano battaglie o complotti
interni. «In ogni realtà c'è una dinamica che può portare a differenze di
opinioni che se ben condotte possono portare a passi in avanti. La diversità di
opinioni fa parte della vita. Questo non vuol dire che ci siano battaglie o
complotti». Il procedimento Moneyval, invece, «è indipendente dalla nomina dello
Ior, continua e c'é tutta una operatività per seguire l'ulteriore adeguamento
delle istituzioni, normative e prassi richieste». Venerdì, 15 Febbraio 2013 -
Lettera 43
IL PROFILO. Ernst von Freyberg, barone dello Ior. Dopo un papa, un banchiere tedesco. Chi è il nuovo presidente della Banca vaticana. Gotti Tedeschi: «Falsità sul mio ruolo in Mps e Finmeccanica». di Barbara Ciolli - Dopo un papa, anche un blasonato banchiere tedesco. Dentro le segrete mura della Santa Sede, l'analista e avvocato Ernst von Freyberg, laureato in Legge all'Univeristà di Monaco e Bonn, è pronto per l'investitura alla presidenza dell'Istituto per le opere di religione (Ior). Il nuovo banchiere di Dio, scelto «meticolosamente e fuori dalla conoscenze personali dell'ex pontefice» tra una rosa di 40 candidati, come hanno informato dallo Stato pontificio, avrà il compito gravoso di ripulire la banca vaticana dagli scandali finanziari, affiancato dallo svizzero cacciatore di fondi neri René Brülhart. Non sarà facile. Nel maggio scorso il predecessore Ettore Gotti Tedeschi si dimise, cacciato, si scrisse allora, dalle alte sfere proprio perché voleva introdurre regole più severe contro il riciclaggio. Ufficialmente fu sfiduciato dal Consiglio di Sovrintendenza dell'istituto «per non avere svolto funzioni di primaria importanza per il suo ufficio». Ma il banchiere dell'Opus dei confessò di temere per la sua vita. LA POLTRONA DI GOTTI TEDESCHI. Si dice anche che, per gli alti prelati, sia stata una via crucis trovare candidati ambiziosi, di alto profilo e disponibili a sedere sulla spinosa sedia dello Ior. Alla fine, la fumata bianca è arrivata all'indomani delle clamorose dimissioni di papa Benedetto XVI dal soglio pontificio. Il nuovo superbanchiere, di origini sveve, oltre ad avere una carriera finanziaria internazionale alle spalle, milita nel Sovrano ordine militare dei cavalieri di Malta ed è un cattolico di provata fede, frequentatore dell'arcidiocesi di Berlino nonché fervente organizzatore dei pellegrinaggi cristiani a Lourdes. Tra le critiche subito rilevate sul suo curriculum, c'è l'essere diventato, nel 2012, presidente onorario dei cantieri Blohm Voss di Amburgo, costruttori di navi da guerra e civili controllati da ThyssenKrupp. Dopo che la società d'investimento Star Capital, di cui Freyberg era consulente, ne aveva acquisito il ramo civile. Dal castello in Baden Württemberg, il barone della finanza trasloca a Roma. Nato nel 1958, in Germania il barone von Freyberg è noto soprattutto per le battute di caccia nella tenuta del suo castello di Allmendingen, in Baden Württemberg. E per aver fondato nel 1991, e poi diretto, la Daiwa corporate advisory partners (ex Close Brothers ed ex Freyberg Hambros), società paneuropea con 17 sedi e oltre 300 collaboratori, che offre supporto in operazioni di fusioni, acquisizioni, finanziamento del debito e ristrutturazioni di aziende. Dal suo quartier generale di Francoforte, il barone della finanza ha poi allargato il raggio d'azione alla piazza asiatica, inglobando nel suo pacchetto europeo la banca d'investimento giapponese Daiwa Securities, istituto acquisito nel 2009 che ha dato poi il nome a tutto il gruppo. L'intenzione del banchiere tedesco era cavalcare «l'onda asiatica» che, con miliardi di abitanti e un'economia ruggente, «cresce 10 volte più dell'Occidente». Tuttavia, dopo essere stato contattato della società di executive search Spencer & Stuart per la poltrona vacante allo Ior, ha evidentemente cambiato i suoi obiettivi. DAL PRIVATE EQUITY ALLO IOR. Il nuovo presidente, impegnato in passato a smembrare e riassemblare decine di società straniere, dovrà risanare una banca dai mille lati oscuri, con i bilanci noti a un cerchia ristrettissima di cardinali, e minata alle fondamenta dai maggiori scandali finanziari dell'ultimo mezzo secolo: dalla vicenda del Banco Ambrosiano al più recente caso Anemone sulla corruzione nelle grandi opere. Fino alle ultime inchieste sul riciclaggio internazionale. Più difficile sarà capire se von Freyberg avrà davvero la voglia di andare verso il cambiamento, ponendosi come l'anti Marcinkus (l'ex presidente pesantemente coinvolto nello scadalo del crac Ambrosiano) dello Ior. Il suo impegno ai vertici tedeschi dell'Ordine medievale dei cavalieri di Malta lo ascrive come orgogliosamente addentro a un sistema di potere ultra-conservatore ed elitario. Quale è, del resto, quello delle radici secolari e cristiane del suo casato. L'ORDINE MILITARE DI MALTA. L'Opus dei di Gotti Tedeschi non era, d'altra parte, una struttura meno tentacolare e potente dell'Ordine militare che vanta lo status di osservatore permanente alle Nazioni Unite. Smessi gli abiti dei crociati, oggi i cavalieri svolgono opere assistenziali nel mondo, incluso il supporto medico nelle missioni di peace keeping. Nominato a novembre direttore dell'Autorità per l’informazione finanziaria (Aif) della Santa Sede, il 'James Bond' dell'antiriciclaggio Brülhart pareva intenzionato a smuovere le acque. Resta da vedere se il 'maltese' von Freyberg sarà in grado di essere il crociato dello Ior. Venerdì, 15 Febbraio 2013 - Lettera 43
martedì 12 febbraio 2013
L'Ordine di Malta con il Papa.
Roma, 09/02/2013 -
L’incontro questa mattina in San Pietro con Papa Benedetto XVI, al termine della Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, è stato il momento culminante della settimana di celebrazioni per il nono centenario della Bolla di Papa Pasquale II Pie Postulatio Voluntatis (15 febbraio 1113), che ha riconosciuto ufficialmente il Sovrano Ordine di Malta. All’evento hanno partecipato oltre 4.000 membri e volontari dell’Ordine provenienti da ogni parte del mondo, guidati dal Gran Maestro Fra’ Matthew Festing. Presenti il ministro degli Esteri del governo italiano Giulio Terzi di Sant’Agata, in rappresentanza del Presidente della Repubblica, i rappresentanti dei capi di Stato del Principato di Monaco, del Marocco e della Giordania. Presente anche il Commissario Europeo per il Mercato Interno e i Servizi Michel Barnier, oltre a numerose autorità civili, circa 170 tra ambasciatori e rappresentanti diplomatici e una delegazione dell’Ordine di San Giovanni.
“Questa importante ricorrenza – ha sottolineato il Santo Padre – riveste uno speciale significato nel contesto dell’Anno della Fede, durante il quale la Chiesa è chiamata a rinnovare la gioia e l’impegno di credere in Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo. Al riguardo, anche voi siete chiamati ad accogliere questo tempo di grazia per approfondire la conoscenza del Signore e per far risplendere la verità e la bellezza della fede, con la testimonianza della vostra vita e del vostro servizio, nell’oggi del nostro tempo”.
“Per fede, nel corso dei secoli – ha continuato il Papa – i membri del vostro Ordine si sono prodigati, prima nell’assistenza degli infermi in Gerusalemme e poi nel soccorso dei pellegrini in Terrasanta esposti a gravi pericoli, scrivendo luminose pagine di carità cristiana e di tutela della cristianità. Nel XIX secolo l’Ordine si aprì a nuovi e più ampi spazi di attività in campo assistenziale e a servizio de gli ammalati e dei poveri, ma senza mai rinunciare agli ideali originari, specialmente quello dell’intensa vita spirituale dei singoli membri … Non dovete dimenticare mai le vostre radici, quando il beato Gerardo e i suoi compagni si consacrarono con i voti al servizio dei poveri, e il privilegio Pie postulatio voluntatis sancì la loro vocazione”.
“Il vostro Ordine – ha ricordato Benedetto XVI – rispetto ad altre realtà impegnate in ambito internazionale nell’assistenza ai malati, nella solidarietà e nella promozione umana, si distingue per l’ispirazione cristiana che costantemente deve orientare l’impegno sociale dei suoi membri … La vostra preziosa e benefica opera, articolata in vari ambiti e svolta in diverse parti del mondo, concentrata in particolare nel servizio al malato con strutture ospedaliere e sanitarie, non è semplice filantropia, ma espressione efficace e testimonianza viva dell’amore evangelico”.
“Cari amici – ha sottolineato il Pontefice – continuate ad operare nella società e nel mondo lungo le strade maestre indicate dal Vangelo: la fede e la carità, per ravvivare la speranza … Tali ideali sono bene espressi nel vostro motto: «Tuitio fidei et Obsequium pauperum». Queste parole ben sintetizzano il carisma del vostro Ordine che, come soggetto di diritto internazionale, non ambisce ad esercitare poteri ed influenze di carattere mondano, ma desidera svolgere in piena libertà la propria missione per il bene integrale dell’uomo, spirito e corpo, guardando sia ai singoli che alla comunità, soprattutto a coloro che più hanno bisogno di speranza e di amore”.
Successivamente, rivolgendosi ai membri dell’Ordine, Fra’ Matthew Festing ha rimarcato la missione passata, presente e futura del Sovrano Ordine di Malta: “Abbiamo ricoperto un ruolo importante in innumerevoli eventi storici, spesso drammatici. L’Ordine di Malta è spesso stato costretto ad abbandonare ciò che aveva costruito e ricominciare da capo. Ha affrontato vicissitudini che hanno minacciato la sua stessa esistenza. Ma a distanza di quasi un millennio siamo ancora qui. La missione è sempre la stessa: continuare a sostenere la lotta contro la povertà, la malattia e la sofferenza in ogni continente. È una missione necessaria oggi quanto novecento anni fa per alleviare le fragilità fisiche e spirituali, per promuovere pace e giustizia e per aiutare il nostro prossimo nel bisogno”.
Qui di seguito il discorso integrale pronunciato da Benedetto XVI:
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2013/february/documents/hf_ben-xvi_spe_20130209_ordine-malta_it.html
W il Papa!
Noi stiamo con il Pontefice Regnante, Sua Santità Benedetto XVI, Papa della Dottrina e della Cultura. Preghiamo per Lui e per il Suo successore, affinchè, governi la Chiesa nel solco della Tradizione. Roberto Jonghi Lavarini
lunedì 11 febbraio 2013
Cultura è sviluppo.
Roberto Jonghi Lavarini, candidato alla camera dei deputati con LA DESTRA nel centro-destra (nella foto insieme all'amico filosofo, scrittore e giornalista Marcello Veneziani), ha ufficialmente sottoscritto i 5 punti del Manifesto "Cultura e sviluppo" del Sole 24 Ore, elaborato dopo gli Stati Generali della Cultura italiana, tenutisi a Roma: "La cultura è sviluppo e civiltà! Storia, arte, musica, letteratura, filosofia e tradizioni sono la forza della nostra identità nazionale e vanno assolutamente tutelate, sostenute e sviluppate. Senza radici, l'albero muore: la cultura è forza vitale e, per l'Italia, anche fonte primaria di crescita sociale ed economica, turismo e benessere diffuso".
Un manifesto in cinque punti per arrivare a un risultato: creare sviluppo attraverso la cultura. È quello che propone la prima pagina della “Domenica” del Sole 24 Ore di ieri. Non un generico richiamo a una maggiore attenzione verso quella che è diventata un elegante orpello da mettere nel cassetto nei momenti difficili (ricordiamo l’ormai celebre cultura che «non si mette nel panino» coniata da Giulio Tremonti). Bensì un ragionamento coerente e articolato sul perché l’Italia dovrebbe sfruttare il proprio patrimonio artistico come leva per innescare la ripresa, anziché considerarla una spesa da emarginare.
«Il manifesto è la posizione ufficiale in merito del Sole 24 Ore -spiega la redazione sul sito internet-, che verrà presentato e discusso dal responsabile della “Domenica” Armando Massarenti, al secondo “Summit Arte e Cultura”, con un ciclo di convegni nella giornata di giovedì 23 febbraio presso l’Auditorium del Sole 24 Ore di Milano (in via Monte Rosa 91)».
“Niente cultura, niente sviluppo” è il titolo dell’articolo che compare sull’edizione cartacea, a pagina 25. E i cinque punti sono così composti: 1. Una costituente per la cultura. Il riferimento normativo è l’articolo 9 della Costituzione, che mette insieme ricerca scientifica e tecnica, tutela del paesaggio e patrimonio artistico. Temi che già i padri costituenti vedevano come intrecciati e interdipendenti: cultura e sviluppo. La prima (in senso allargato) come causa del secondo, anch’esso inteso in senso lato, dall’aspetto economico a quello più generale del benessere del Paese.
2. Strategie di lungo periodo. «La cultura e la ricerca innescano l’innovazione, e dunque creano occupazione, producono progresso e sviluppo». Il manifesto paragona l’Italia di oggi a quella del secondo dopoguerra. L’unica differenza è che oggi non si vedono le macerie. Impariamo quindi dalla lezione di allora, quando la politica servì a creare una coscienza di cittadinanza negli italiani. L’azione di governo dev’essere corale in questa direzione, l’iniziativa non va lasciata ai soli ministeri che se ne occupano, per di più vessati da tagli orizzontali che hanno affermato il ruolo marginale che questa classe politica assegna alla cultura.
3 Cooperazione tra i ministeri. Più che ragionare per compartimenti stagni, si caldeggia l’individuazione di obiettivi comuni, da perseguire attraverso la collaborazione tra i diversi dicasteri: quello dei Beni culturali con quello dello Sviluppo economico, del Welfare, dell’Istruzione e della Ricerca, degli Esteri e con la stessa Presidenza del Consiglio. Questo permetterebbe di alzare il tiro dalla scelta limitata e miope tra finanziare, finanziare meno o non finanziare.
4. L’arte a scuola e la cultura scientifica. Va superata la dicotomia tra conoscenze artistiche e scientifiche. Studi cognitivi hanno dimostrato che questa differenza di attitudine nei ragazzi non è reale, e chi eccelle nell’una spesso lo fa anche nell’altra. E per quanto riguarda l’arte occorre andare oltre le sole conoscenze storiche e promuovere anche l’introduzione di pratiche creative durante il percorso di studi.
5. Merito, complementarità pubblico-privato, sgravi ed equità fiscale. Concetti che si spiegano da sé, ma che occorre promuovere maggiormente nella realtà quotidiana. Se non si farà di più per premiare il merito, i nostri giovani continueranno a cercare fortuna all’estero, e non saremo in grado di attrarre nuovi cervelli dall’estero. Per quanto riguarda gli equilibri tra pubblico e privato, troppo spesso nel nostro Paese il secondo entra quando il primo getta la spugna. L’abbandono o l’incapacità dello Stato di occuparsi di beni e siti d’interesse spinge l’ingresso di soggetti privati, che a quel punto entrano in gioco senza attenersi a un progetto condiviso. Al contrario, interventi normativi dovrebbero spingere verso vantaggi fiscali per le imprese che partecipano ad attività di promozione culturale, in un rapporto che stimoli l’ingresso dei privati al fianco dello Stato, non in sua sostituzione.
venerdì 8 febbraio 2013
900 anni di Ordine di Malta
Presentate alla stampa le celebrazioni per i 900 anni della bolla di Pasquale II.
Roma, 05/02/2013
Attesi oltre 4,000 membri e volontari. Sabato l’incontro con il Papa.
Al via domani a Roma la settimana di celebrazioni del Sovrano Ordine di Malta per il novecentesimo anniversario della bolla di Papa Pasquale II Pie Postulatio Voluntatis del 15 febbraio 1113, che poneva l’Ordine sotto la protezione della Santa Sede, formalizzandone l’identità spirituale e istituzionale. Con la bolla il Pontefice riconosce all’Ordine il diritto assoluto di assicurare la continuazione dell’opera, eleggendo, a tempo debito, un successore del suo fondatore Beato Gerardo. Il programma delle celebrazioni è stato presentato stamani dai vertici dell’Ordine in una conferenza stampa presso la sede della Stampa Estera di Roma. Si tratta infatti di un anniversario speciale che merita di essere festeggiato: per l’occasione sono attesi a Roma oltre 4.000 membri e volontari dell’Ordine provenienti da ogni parte del mondo. Il 9 febbraio incontreranno Papa Benedetto XVI al termine della messa celebrata dal Cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, nella Basilica di San Pietro.
“Oggi, oltre a celebrare la nostra storia, guardiamo al presente e al futuro” ha detto Jean-Pierre Mazery, Capo dell’Esecutivo e Ministro Affari Esteri del Sovrano Ordine di Malta, intervenendo alla conferenza stampa. “I nostri progetti umanitari e di assistenza medico-sociale vanno incontro ogni giorno alle necessità di uomini e donne coinvolti in guerre, calamità, epidemie e aiutano coloro che sono provati dal sottosviluppo e dalla povertà anche in Occidente, a seguito dell’ultima crisi finanziaria.”
Il Capo dell’esecutivo ha inoltre sottolineato come la natura indipendente e apolitica dell’Ordine le permetta di svolgere un ruolo chiave come mediatore nei conflitti armati e civili. “Non dipendiamo da nessuno, non abbiamo territori da difendere, non prendiamo una posizione nei conflitti. Agiamo per aiutare tutte le persone, senza distinzione di nazionalità, razza o religione”, ha detto ancora Mazery. “Penso ai 10 centri medici che gestiamo in Libano in collaborazione con altre confessioni religiose o ancora all’Ospedale della Maternità di Betlemme”.
“La Siria, il Congo e i nuovi poveri sono attualmente tra le nostre priorità”, ha spiegato poi Albrecht Boeselager, ministro della Salute e della Cooperazione internazionale dell’Ordine. ”In Siria la nostra preoccupazione è quella di assicurare assistenza ai profughi, distribuiti in Turchia e in Libano, e di aiutarli a superare l’inverno”. Altro scenario di emergenza umanitaria è poi rappresentata dalla Repubblica Democratica del Congo dove “la violenza sessuale è diventata uno strumento di guerra, mai visto prima a questo livello in altre parti del mondo”. Nel Paese africano, l’Ordine di Malta assicura assistenza medica, psicologica e sociale alle numerose vittime di aggressioni sessuali, aiutandole a reinserirsi nella società.
Altra priorità per l’Ordine sono i “Nuovi Poveri”. Solo in Europa, a causa della crisi, il numero dei disoccupati ha superato la soglia dei 26 milioni. ‘‘La disoccupazione sale, i fondi al welfare sono diminuiti e i senzatetto sono in aumento. In Europa dell’est la situazione è ancora peggiore in quanto le pensioni sono inferiori” ha sottolineato Boeselager.
In Italia, infine, l’Ordine di Malta è da sempre attivo anche in servizi di emergenza e Protezione civile, attraverso il corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta (Cisom) formato da oltre 3.500 volontari, diretti da Mauro Casinghini, il quale ha ricordato gli interventi più significativi degli ultimi anni: l’emergenza degli sbarchi di immigrati a Lampedusa e i terremoti dell’Aquila ed Emilia Romagna. “Abbiamo gestito un campo di accoglienza per oltre cinque mesi in un contesto multiculturale, nel pieno del rispetto della tradizione di accoglienza dell’Ordine” ha detto in fine Casinghini riferendosi all’emergenza terremoto in Emilia Romagna. http://www.orderofmalta.int/notizie/64987/presentata-alla-stampa-le-celebrazioni-per-i-900-anni-della-bolla-di-pasquale-ii/
Ordine di Malta: nove secoli al servizio degli ultimi grazie al Papa.
Inzia oggi a Roma la settimana di celebrazioni del Sovrano Ordine di Malta per il novecentesimo anniversario della bolla di Papa Pasquale II Pie Postulatio Voluntatis del 15 febbraio 1113, che poneva l’Ordine sotto la protezione della Santa Sede, formalizzandone l’identità spirituale e istituzionale. Saranno più di 4.000 i membri e volontari dell’Ordine provenienti da ogni parte del mondo: il 9 febbraio incontreranno Papa Benedetto XVI, al termine della messa celebrata dal Cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone nella Basilica di San Pietro. “Siamo ben consapevoli – spiega Jean-Pierre Mazery, Capo dell’Esecutivo e Ministro Affari Esteri del Sovrano Ordine di Malta – della nostra missione e delle nostre responsabilità nella Chiesa e nel mondo, secondo i principi ispiratori dell’Ordine di testimonianza della fede e di servizio ai poveri e ai sofferenti, senza distinzione di religione, razza e provenienza. Nel corso di oltre nove secoli di storia abbiamo giocato un ruolo importante in innumerevoli eventi, spesso drammatici. Ma oggi, oltre a celebrare la nostra storia, guardiamo al presente e al futuro.
I nostri progetti umanitari e di assistenza medico-sociale vanno incontro ogni giorno alle necessità di uomini e donne coinvolti in guerre, calamità, epidemie e aiutano coloro che sono provati dal sottosviluppo e dalla povertà, anche in Occidente, a seguito dell’ultima crisi finanziaria. Dovunque operiamo siamo costruttori di pace. Penso ai 10 centri medici che gestiamo in Libano in collaborazione con altre confessioni religiose o ancora all’Ospedale della Maternità di Betlemme, dove dal 1990 sono nati più di 57.000 bambini”. Sul piano operativo l’Ordine di Malta è oggi nel 21° secolo una rete globale, complessa ed articolata di intervento e di assistenza medica, sociale ed umanitaria, costituita da 13.500 membri, 80.000 volontari e oltre 25.000 medici, infermieri e ausiliari paramedici. L’Ordine di Malta sostiene o gestisce direttamente 20 ospedali, migliaia di centri medici, 33 corpi di volontari, 110 case di riposo per anziani. I programmi sono oggi sviluppati in 120 Paesi del mondo e condotti in autonomia, oppure nel quadro di accordi con governi ed agenzie internazionali. Attualmente l’Ordine ha rapporti diplomatici bilaterali con 104 Stati.
“È grazie alla Bolla Papale Pie Postulatio Voluntatis, un Privilegio Solenne concesso da Papa Pasquale II, conservato negli archivi nazionali di Malta – continua Mazery – che il Sovrano Ordine di Malta è da 900 anni un ordine religioso laicale. Questo documento ha posto gli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme sotto la protezione della Chiesa, garantendogli il diritto di eleggere liberamente i suoi vertici. La Bolla attesta inoltre l’identità del nostro fondatore, il Beato Gerardo, e l’originalità della sua opera, portata avanti insieme a un gruppo di frati professi, che si vedono riconosciuto il diritto di assicurare liberamente la continuazione dell’opera, eleggendo un successore del frate Gerardo. In questo modo già allora ha trovato prima espressione il principio dell’indipendenza dell’Ordine in relazione a qualunque autorità laica o religiosa.
L’opera stessa viene definita molto chiaramente dalla Bolla: si tratta dell’hospitalitas offerta ai pellegrini e ai poveri. Il documento testimonia infine che il campo d’azione della nuova confraternità non si limita all’Ospedale di Gerusalemme: esistono già o saranno create opere simili in tutta la cristianità, a sostegno e a diffusione dell’opera originaria”. L’attività di soccorso d’urgenza in caso di catastrofi naturali e di conflitti armati, caratterizzata dall’assistenza medica alle vittime e ai profughi e dalla distribuzione di medicine, acqua e generi di prima necessità, rappresenta un aspetto importante dell’azione umanitaria dell’Ordine di Malta. Il Malteser International – la speciale agenzia per gli aiuti umanitari dell’Ordine di Malta – è attualmente impegnata nella realizzazione di 200 programmi e interventi umanitari in oltre 20 Paesi in Africa, Asia, Americhe. “Grazie alla nostra posizione neutrale, imparziale e apolitica – sottolinea Albrecht Boeselager, Ministro della Salute e Cooperazione Internazionale dell’Ordine – l’Ordine di Malta riesce ad intervenire anche in aree di crisi, dove praticamente nessun altro ha accesso, diventando partner credibile per tutte le parti in conflitto. Elemento questo di fondamentale importanza per alleviare le conseguenze dei conflitti armati sulle popolazioni locali inermi. In passato il 90% di vittime delle guerre erano soldati, oggi il 90% delle vittime sono civili”.
Fra i diversi teatri di emergenze umanitarie, nella Repubblica Democratica del Congo l’Ordine di Malta assicura assistenza medica, psicologica e sociale alle numerose vittime di aggressioni sessuali e garantisce l’accesso all’acqua potabile e ai centri sanitari. In Siria, a seguito della recente escalation di violenze, che ha creato quasi 4 milioni di rifugiati, il Malteser International lavora in collaborazione con le ONG locali, distribuendo aiuti di emergenza a migliaia di rifugiati, anche ai confini con la Turchia e il Libano. Inoltre il centro medico di Khaldieh in Libano continua a fornire alle famiglie siriane cure mediche gratuite. “Per venire incontro ai bisogni emergenti delle persone dimenticate – conclude Boeselager – l’Ordine di Malta ha lanciato recentemente The Global Fund for Forgotten People. Si tratta di un’iniziativa per la raccolta di fondi a beneficio delle persone senza risorse, senza reti di assistenza e senza diritti, non solo nei paesi sottosviluppati, ma anche in quelli sviluppati. Grazie a queste risorse l’Ordine svilupperà progetti in luoghi dove i bisogni sono spesso drammatici. È sconvolgente rendersi conto come ci siano ancora così tante persone che il mondo ha dimenticato, spesso vicino a noi”.
In Italia l’Ordine di Malta è da sempre attivo anche in servizi di emergenza e di protezione civile, attraverso il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM) formato da oltre 3500 volontari, diretti da Mauro Casinghini. Tra gli ultimi interventi del CISOM, quelli a seguito dei terremoti in Abruzzo e in Emilia Romagna, dove ha gestito servizi di primo soccorso e tendopoli. Il personale medico dell’Ordine di Malta ha operato inoltre dal 2008 al 2012 sulle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza in soccorso dei migliaia di migranti che hanno attraversano lo stretto di Sicilia. http://www.korazym.org/index.php/esteri/6-internazionale/3571-ordine-di-malta-nove-secoli-al-servizio-degli-ultimi-grazie-al-papa.html
Cavalieri di Grazia e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta: conte prof. Francesco Nobili Benedetti & conte prof. Fernando Giulio Crociani Baglioni, esponenti della Nobiltà dell’antico Stato Pontificio.
“Tuitio Fidei obsequium pauperum”, difesa della Fede e servizio ai poveri: Nove Secoli di storia di Fede, Carità e Beneficenza.
Città del Vaticano, 03 febbraio 2013 – Il Gran Magistero del Sovrano Militare Ordine di Malta rende noto che in occasione di questo importante anniversario nel mese di febbraio 2013 si terranno a Roma alcuni importanti eventi a cui tutti i membri ed i volontari dell’Ordine sono stati invitati a partecipare.
- Sabato 9 febbraio, dalle ore 10:30, si celebrerà una Messa Solenne nella Basilica di San Pietro, celebrata dal cardinale Segretario di Stato Sua Eminenza Rev.ma Tarcisio Bertone.
Il raduno di tutti i partecipanti è previsto in Piazza San Pietro a partire dalle ore 9:00.
- La celebrazione eucaristica sarà seguita da una speciale Udienza con il Santo Padre Benedetto XVI per tutti i membri, cappellani e volontari dell’Ordine, insieme ai loro familiari.
- Dopo la Messa, dalle ore 13.00, avrà luogo un ricevimento presso l’Aula Paolo VI, all’interno della Città del Vaticano.
Tutti questi momenti si svolgeranno alla presenza di S.A.E. il Principe e Gran Maestro Fra’ Matthew Festing.
Al termine del ricevimento verrà consegnato a tutti i partecipanti un nastrino commemorativo dell’Anniversario.
Dal pomeriggio di sabato 9 febbraio, dalle ore 15:00, e per tutta la giornata di domenica, a partire dalle ore 9:00, vi sarà la possibilità di poter visitare la Villa Magistrale all’Aventino, previa prenotazione attraverso la propria Delegazione di appartenenza.
Fonte: http://www.ordinedimaltaitalia.org/
Quattromila i partecipanti da tutto il mondo. Con le teste coronate d’Europa ed il fior fiore dell’aristocrazia, da sempre punta di diamante nella difesa della Cristianità, il mondo accademico, militare e diplomatico, e quello dell’Apostolato religioso e volontariato socio-umanitario.
Il Principe Gran Maestro Frà Matthew Festing attorniato dagli ambasciatori di 130 Stati accreditati ed altrettanti del Sovrano Ordine, e dal Patriziato romano al completo, con Orsini, Colonna, Barberini, Chigi, Pacelli, Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, Torlonia, Borghese, Rospigliosi, Ruspoli, Boncompagni Ludovisi, Hercolani Fava Simonetti, d’Ippolito, Patrizi, Lante della Rovere, d’Aquino, Cordero Lanza di Montezemolo, del Gallo di Roccagiovine, Masetti Zannini, Chiavari, Cantuti Castelvetri, Sinibaldi, Crociani Baglioni, Mirti della Valle, Nobili Benedetti, Bianchi di Castelbianco etc…
A cura di Simona Cecilia Farcas -
http://futuroinsieme.wordpress.com/2013/02/03/i-900-anni-dellordine-militare-di-s-giovanni-di-gerusalemme-detto-di-rodi-e-di-malta/
martedì 5 febbraio 2013
TRADIZIONE in AZIONE !
Provengo da una sana famiglia della piccola nobiltà alpina, orgogliosa delle proprie radici Walser (tedesco-vallesi), che mi ha trasmesso i Valori della nostra Tradizione europea e cristiana. Fin da bambino, ho frequentato ambienti patriottici e monarchici, ordini cavallereschi, associazioni combattentistiche e d’arma. Ho 40 anni, sono sposato con Veronica ed ho due figlie, sono laureato in scienze politiche e lavoro come consulente immobiliare. Ho incominciato a fare Politica da ragazzino ed oggi, con coerenza, passione, patriottico senso del dovere e cavalleresco spirito di servizio, mi sono candidato come Indipendente, alla Camera dei Deputati, con La Destra di Francesco Storace, all’interno della coalizione di centro-destra. Oltre ai programmi ufficiali, del partito e della coalizione, ho impegnato i futuri parlamentari de La Destra su questi punti specifici: 1) Il rientro in Patria dei Re d’Italia e, in nome della unità e pacificazione nazionale, la loro degna sepoltura nel Pantheon di Roma; 2) Una modifica della costituzione che permetta, attraverso un processo democratico ed una consultazione popolare, l’eventuale ritorno della Monarchia; 3) La tutela giuridica, come patrimonio storico nazionale, della famiglie nobili italiane (cognomi, predicati, genealogie, titoli e stemmi); 4) Un concreto sostegno alla salvaguardia delle dimore storiche (palazzi e castelli) e del loro prezioso contenuto (opera d’arte, antiquariato, gallerie e collezioni, archivi e biblioteche). Dopo le elezioni, anche se non eletto, intendo costituire, con il Vostro prezioso aiuto, quattro commissioni tematiche nazionali per studiare, approfondire ed elaborare le relative proposte legislative che saranno poi ufficialmente presentate, discusse e votate dal nuovo parlamento. F.to Milano, 4 febbraio 2013 - Nob.Cav.Dott. Roberto Jonghi Lavarini – robertojonghi@gmail.com
lunedì 4 febbraio 2013
Cattolici in Politica con La Destra!
«Possiamo raccogliere un prezioso invito da sant’Ambrogio: a quanti voglio collaborare al governo e all’amministrazione pubblica, il santo richiede che si facciano amare. Nell’opera De officiis egli afferma: “Quello che fa l’amore, non potrà mai farlo la paura. Niente è così utile come farsi amare”. D’altra parte, la ragione che muove e stimola la vostra operosa e laboriosa presenza nei vari ambiti della vita pubblica non può che essere la volontà di dedicarvi al bene dei cittadini, e quindi una chiara espressione e un evidente segno di amore. Così, la politica è profondamente nobilitata, diventando una elevata forma di carità». È Benedetto XVI che parla, nel suo discorso con le autorità, in occasione del VII Incontro mondiale delle famiglie (Milano, 2 giugno 2012). Il testo dell’intervento fa parte di Politica – «Elevata forma di carità» (160 pagine, 8 euro), volume realizzato in coedizione da Libreria Editrice Vaticana e Piccola Casa Editrice. Il percorso di questo libro intende approfondire attraverso le parole del Santo Padre il tema della politica e del bene comune, aspetti delicati per la situazione sociale e istituzionale del nostro paese.
Sant’Ambrogio «fu un governatore equilibrato e illuminato che seppe affrontare con saggezza, buon senso e autorevolezza le questioni, sapendo superare contrasti e ricomporre divisioni», continua il Pontefice. E proprio per questo alcuni princìpi che il santo seguiva sono preziosi per chi è chiamato a reggere la cosa pubblica. «L’istituzione del potere deriva così bene da Dio, che colui che lo esercita è lui stesso ministro di Dio». Parole che potrebbero sembrare strane oggi, «eppure indicano una verità centrale sulla persona», dice il Papa. «Nessun potere dell’uomo può considerarsi divino, quindi nessun uomo è padrone di un altro uomo».
Benedetto XVI ricorda un altro insegnamento: «La prima qualità di chi governa è la giustizia, virtù pubblica per eccellenza, perché riguarda il bene della comunità. Eppure non basta. Ambrogio le accompagna un’altra qualità: l’amore per la libertà, che considera elemento discriminante tra governatori buoni e cattivi. “I buoni amano la libertà, i reprobi amano la servitù”. Tuttavia, libertà non significa arbitrio del singolo, ma implica piuttosto la responsabilità di ciascuno».
Sia Roberto Jonghi Lavarini (candidato alla camera dei deputati) che Benedetto Tusa (candidato al consiglio regionale) sono esempi di cattolici praticanti impegnati in Politica, con La Destra di Francesco Storace, in difesa degli irrinunciabili Valori naturali e cristiani, della famiglia tradizionale, del diritto alla vita, della autentica solidarietà e giustizia sociale. Entrambi i candidati, accogliendo, con cavalleresco spirito di servizio, gli accorati appelli del Santo Padre e dell'Arcivescovo di Milano in favore di un ritrovato impegno politico e sociale dei cattolici in difesa del bene comune, sono scesi in campo, in prima persona, sottoscrivendo subito la piattaforma programmativa del forum italiano delle famiglie.
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